Durante i nostri viaggi ad Haworth la primissima meta è sempre il Brontë Parsonage Museum. Se dalla deliziosa Main Street seguite gli scalini che portano alla St Michael & All Angels e proseguite oltre la chiesa su Church Street, troverete sulla sinistra il verde cimitero, con le lapidi grigie coperte di muschio spesso bagnato, e davanti a voi, immobile e tranquilla, la canonica.

Questo posto è stato la dimora della famiglia Brontë dal 1820 al 1861, e dal 1928 è adibito a museo e aperto al pubblico, grazie alla Brontë Society che ne cura e preserva la struttura e le collezioni. Costruito tra il 1778 e il 1779, quella che vediamo oggi è leggermente diversa dalla canonica della famiglia Brontë: l’ala destra venne costruita solo successivamente alla morte dell’ultimo membro della famiglia, il reverendo Patrick. Ma quando sei lì, l’emozione è talmente forte da dimenticare questo dettaglio.

Una volta varcata la soglia è impossibile non immergersi in un’atmosfera fuori dal tempo, e i visitatori possono seguire un percorso che li porta a osservare da vicino i luoghi in cui le nostre sorelle preferite e i loro cari hanno trascorso la maggior parte delle loro vite: dalla cucina, regno assoluto di Tabitha, al salottino in cui è conservato il pianoforte di Emily; dal salotto in cui il reverendo riuniva la famiglia per le letture, alle stanze da letto al piano di sopra. (Se volete saperne di più, qui trovate il nostro tour virtuale del museo!)

Inutile dire che non si riesce a scollare gli occhi da quegli oggetti di uso quotidiano che oggi sono per noi tesori incredibili: l’enorme tavolo in mogano che ha visto nascere i romanzi delle tre sorelle, minuscoli occhiali da vista, il divano su cui si dice Emily si spense, l’orologio a pendolo del reverendo… Senza contare il fatto che, grazie agli esperti e al personale, disponibile e preparatissimo, è possibile fare dei tour speciali, e osservare gli oggetti della famiglia direttamente dalle collezioni: i libri in miniatura su cui i fratelli trascrivevano le infinite storie che inventavano, i loro acquerelli e gli accessori personali, le lettere…

Ma la cosa più affascinante di tutte, a nostro avviso, è percepire la magia. Sono passati secoli, e tutto cambia, ma con un po’ di immaginazione è davvero commovente sbirciare fuori dalla finestra di una stanza, e pensare che un giorno, tanto tempo fa, una delle sorelle, magari la vostra preferita, ha indugiato sullo stesso davanzale, lasciandosi ispirare dai corvi che gracchiano rumorosi sulle lapidi del cimitero, dalle nuvole cariche di pioggia, dai rami degli alberi che scricchiolano in balia del vento. E così, per un attimo, sei lì: a quasi duecento anni di distanza dal mondo vero, ma più vicino che mai a un desiderio che si realizza.

Serena