Maria Branwell (1783-1821) fu la madre di Charlotte, Branwell, Emily ed Anne Brontë, Di lei
e della sua breve vita ad oggi anche nel mondo anglosassone si conosce ancora poco al di là del
fatto che, venuta per caso nello Yorkshire dalla terra natale di Cornovaglia, Maria incontrò e sposò
nel 1812 il parroco irlandese Patrick Brontë dando vita ad una progenie di geni letterari. La morte
precoce di questa donna ma soprattutto la terra ricca di miti e leggende celtiche da cui ella
proveniva hanno da sempre esercitato su di me un fascino particolare, per cui in qualità di studiosa
dell’opera di Charlotte ed Emily nel 2010 visitai la Cornovaglia e soprattutto la città natale e la casa
della loro madre. Mi si aprì così un intero universo di informazioni, curiosità, dubbi e supposizioni
legate alla personalità per così dire ‘oscurata’ di questo personaggio inspiegabilmente rimasto per
quasi due secoli dietro le quinte. L’informazione, le fonti consultate ma soprattutto la mia
immaginazione produssero poi il romanzo che appare oggi, grazie a Vintage Edizioni, finalmente in
una nuova e degna veste editoriale anche con un diverso titolo: Maria Branwell, la madre delle
sorelle Brontё.
Partendo dall’episodio biografico in cui nel febbraio 1850 Charlotte Brontë fu invitata dal padre
a leggere il pacchetto di lettere a lui scritte da Maria durante il periodo del loro fidanzamento, ho
immaginato che la stessa autrice di Jane Eyre potesse aver elaborato un ipotetico diario scritto da
sua madre al fine di ricrearne la personalità, i desideri, le speranze ma anche i dolori. In esso Maria
sin da giovinetta avrebbe registrato gli episodi più importanti della propria vita lasciando così
inconsapevolmente ai posteri, attraverso la fama letteraria acquisita poi dalla figlia, una traccia
autobiografica del suo passaggio terreno. In appendice è poi inserito, per la prima volta in
traduzione italiana, il testo completo delle nove lettere che sono il centro propulsore e l’ispirazione
dell’intero romanzo. Ai lettori, appassionati brontёani e non, l’augurio di buona lettura!
Maddalena De Leo