Mary Ann Shaffer coadiuvata dalla nipote Annie Barrows è l’autrice di un romanzo epistolare dall’elaborato titolo The Guernsey Literary and Potato Peel Pie Society (in italiano Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey) che tratta di un interessante scambio di lettere avvenuto dopo la metà degli anni ’40 tra una scrittrice e alcune persone residenti nell’isola di Guernsey sopravvissute alla seconda guerra mondiale e della loro progressiva e sincera amicizia.
La peculiarità del romanzo, presente anche nel bel film che ne è stato tratto nel 2018, è la ricorrente citazione delle sorelle Brontë e delle loro opere, con particolare riguardo ad Anne e alla sua personalità. Già dalle prime pagine del libro apprendiamo che Juliet Ashton, la protagonista, ha curato e pubblicato un’ipotetica biografia di Anne perché da lei reputata al pari di Charlotte ed Emily per capacità e immaginazione, malgrado all’epoca in cui si svolge l’azione la terza Brontë fosse quasi del tutto sconosciuta. Pur non avendo avuto successo con questo suo libro, la giovane scrittrice continua però a proporlo nel suo giro di presentazioni. Una delle corrispondenti isolane di Juliet in una sua lettera indugia a parlare delle ‘stranezze’ del padre delle Brontë e del loro depravato fratello, apprezzando immensamente l’opera di Emily e Jane Eyre che conosce quasi a memoria, mentre verso la fine è la stessa Juliet ad ipotizzare che Anne possa aver avuto un temperamento forse irascibile e scontroso completamente diverso da quanto comunemente si pensi.
Nel film invece il riferimento alle Brontë e ad Anne viene proposto in maniera diversa: la protagonista (interpretata dall’attrice Lily James) si ritrova a parlare della biografia che ha scritto già la sera del suo arrivo a Guernsey sostenendo con veemenza le idee avanguardiste di Anne nel Tenant of Wildfell Hall, riuscendo in breve a illuminare la mente dei convenuti che invece conoscevano soltanto quel che asserisce Jane Eyre quando dichiara a Rochester di essere libera e a lui uguale.
Uno spunto molto interessante, quindi, che rende particolarmente graditi a tutti i filobrontëani sia questo libro che l’omonimo film dal titolo così lungo e complicato.
Maddalena De Leo