“Quante donne conosci che sono entrate nel novero dei geni?”, chiede Laurie nell’ultimo adattamento del romanzo Piccole donne (film del 2019) ad Amy- “Le sorelle Brontë?” risponde lei, la più piccola delle quattro sorelle March. Se anche voi avete pensato che questa menzione non fosse affatto casuale, avevate ragione. Esiste infatti un filo invisibile che lega l’autrice di Piccole donne alle nostre amate Brontë, in particolar modo a Charlotte. Ma cosa hanno in comune quattro sorelle nate in Pennsylvania e quattro fratelli cresciuti sulle brughiere desolate dello Yorkshire?
Jane Eyre uscì nel 1847, all’incirca quindici anni dopo la nascita di Louisa May Alcott. L’anno successivo il romanzo inglese fu pubblicato in America dalla Harper & Brothers di New York e fu un tale successo che certamente anche l’autrice di Piccole donne ebbe la possibilità di leggerlo, amandolo al punto che lo definì uno dei suoi romanzi preferiti. Questo libro influenzò profondamente la scrittura di Louisa, i suoi personaggi, i temi trattati, le trame; ma l’interesse dell’autrice verso Charlotte si fece ancora più forte quando nel 1857 si trovò a leggere la biografia firmata Gaskell e scrisse in una nota: “Ho letto la vita di Charlotte Brontë. Una vita molto interessante ma triste. Così piena di talento; e dopo aver lavorato tanto, appena arrivano il successo, l’amore, la felicità, muore. Mi chiedo se sarò mai tanto famosa da far interessare le persone alla mia storia e ai miei affanni. Non potrò essere una Charlotte Brontë, ma posso ancora fare qualcosa”.
Oltre ad ammirare Charlotte come scrittrice, Louisa si rese conto che la storia personale della Brontë aveva molto in comune con la sua. Entrambe le autrici crebbero infatti in una famiglia con quattro figli molto legati tra loro (anche se in casa Alcott erano tutte donne), e ambo le famiglie vivevano di rigidi principi morali: il padre di Louisa, Amos Bronson Alcott, era un educatore e filosofo trascendalista mentre sua madre, Abigail May, un’attivista politica. Il padre di Louisa non riusciva a mantenere da solo la propria famiglia, così le quattro sorelle dovettero (proprio come i Brontë) provvedere autonomamente al proprio sostentamento lavorando come istitutrici, insegnanti, domestiche. Perfino la madre della Alcott commentò che le preoccupazioni dei Brontë le ricordavano un po’ quelle delle figlie.
Louisa May Alcott dunque non era solo ispirata dai romanzi di Charlotte Brontë, ma anche dalla sua vita di donna scrittrice. Secondo i biografi, nel 1857 la Alcott visse un periodo molto difficile, alla ricerca di un lavoro che sembrava non arrivare mai; questo ostacolo così importante per la sopravvivenza di una famiglia come quella di Louisa, la scoraggiò tanto da spingerla a contemplare il suicidio. Il destino volle che proprio in quello stesso anno la Alcott leggesse la biografia bronteana di Elizabeth Gaskell ed esprimesse il desiderio di diventare un’autrice conosciuta come lei, nonostante le difficoltà della vita. Sarebbe bello pensare che la storia di Charlotte, il suo coraggio e la sua determinazione, le siano stati d’aiuto nella realizzazione di quel sogno, ispirandola a perseverare e diventare una delle scrittrici americane più conosciute e amate al mondo.
Selene Chilla
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