Il reverendo Patrick Brontë metteva sia lo zucchero che il sale nel suo tè e pranzava da solo nel suo studio. Fu soprannominato “Vecchio bastone” (Old Staff) per l’abitudine di portare un bastone ovunque con sé. Era solito caricare ogni sera la pendola nelle scale della canonica prima di andare a dormire e sparare a salve con la pistola ogni mattina. La paura del freddo lo indusse sin da giovane ad avvolgere intorno al proprio collo una sciarpa.
Haworth era infestata dai roditori e la zia Branwell aveva il terrore dei topi. Quando un giorno essi furono visti nella canonica da una domestica, Patrick prese una pistola e ne sparò due in cucina. Emily ne trovò uno sanguinante e si mise a piangere mentre la zia Branwell andò a chiudersi di corsa nella sua stanza. La sera a tavola Branwell cominciò a scherzare pensando di far fare una bara per il roditore in modo che Emily potesse dargli una sepoltura decente. E la zia Branwell, a sua volta stando allo scherzo, preparò tutto il necessario per consentire a Branwell di andare a Leeds con un abito nero adatto al lutto.
Lo stesso reverendo Brontë dichiarò a Mrs Gaskell di essere un uomo alquanto eccentrico. Se non lo fosse stato, disse, non avrebbe avuto dei figli geniali come quelli che ebbe. Riuscì a superare un’operazione di cataratta a 69 anni senza anestesia recuperando in parte la vista e ritornando a vedere anche se in maniera alquanto confusa.
Prima di morire all’età di 84 anni Patrick fu malato per sei mesi, accudito dal genero Arthur Bell Nicholls. Il suo biglietto funebre, per ironia della sorte, ripropose il nome “Bronte” senza dieresi, forse dimenticata nella confusione del momento.
Maddalena De Leo
Avete già fatto scorta di letture estive? Vi suggeriamo qualche titolo bronteano: I segreti del college e Charlotte Brontë Tre di Sei. Buona lettura!