The Sisters’ Room ha il piacere di collaborare quest’anno con Art Plug&Play, un blog di arte contemporanea nato dalla creatività, la passione e il talento di una giovane storica dell’arte, Elena Lago, che ha deciso di ampliare la versione cartacea della sua brillante tesi di laurea in una realizzazione digitale, partecipata, e interattiva, proprio come l’arte raccontata nel suo blog. Come interagiranno questi due blog, uno bronteano e un dedicato all’arte? Ma è semplice: unendo le due cose. Vogliamo inaugurare questa collaborazione raccontandovi un progetto pazzesco, quello dell’artista Rebecca Chesney, che ha intrecciato la letteratura delle sorelle Brontë, l’arte e… il tempo metereologico, nel suo Brontë Weather Project! La nostra collaborazione si struttura in tre fasi: un articolo su questo pazzesco progetto a cura di Elena Lago, che ne illustra gli aspetti artistici; un’intervista doppia all’artista, con un’ attenzione artistica e letteraria da parte di entrambi i blog; un articolo di The Sisters’ Room sulla parte letteraria del progetto.
Se vi siete incuriositi vi consigliamo di non perdere altro tempo e buttarvi a capofitto in questo progetto che, siamo certe, vi sorprenderà!
Pioggia, vento, sole tra le pagine delle sorelle Brontë
È emozionante scoprire come spesso realtà e finzione letteraria corrispondano in maniera così precisa e come tra le pagine dei libri si riesca a intercettare un richiamo con il nostro tempo, i nostri ritmi di vita. L’artista inglese Rebecca Chesney che basa il suo lavoro sulla percezione umana dell’ambiente naturale e del tempo, nel 2011, ha dato vita ad un progetto che ha intrecciato indissolubilmente arte, natura e letteratura.
Tutto è iniziato con la lettura di Jane Eyre di Charlotte Brontë, nel 2008: l’artista, pagina dopo pagina, si è resa conto di quanto il romanzo fosse intessuto di riferimenti metereologici e di quanto questi abbiano influenzato l’andamento della narrazione e il carattere dei personaggi. Ha deciso allora di appuntare tutte le notazioni atmosferiche che ha incontrato nel testo e di estendere questo procedimento anche ai romanzi delle altre sorelle Brontë, Cime tempestose, di Emily e La signora di Wildfell Hall, di Anne.
Neve, vento, pioggia, sole, nebbia hanno una grande importanza in questi tre romanzi da cui emerge la potenza delle terre in cui sono ambientati. È proprio da questa chiave di lettura “metereologica” che è nato The Brontë Weather Project, un progetto annuale di residenza d’artista al Brontë Parsonage Museum di Haworth, nello Yorkshire, luogo in cui sono cresciuti i fratelli Brontë. Chesney è intervenuta sull’ ambiente e nel museo in diversi modi: il 12 ottobre 2011 ha posizionato una stazione metereologica digitale nel giardino del Museo, registrandone i dati per un anno, fino al 6 novembre 2012, quando è stata smontata. In seguito, ha confrontato i dati raccolti sugli agenti atmosferici con quelli da lei individuati nei tre romanzi delle sorelle, per capire quanto il clima delle windy moors avesse influenzato la loro vita e le loro opere e quanto la brughiera e i suoi freddi venti giochino un ruolo ancora fondamentale per gli abitanti di Haworth e dintorni.
Raccolti i dati climatici dalle opere, ha elaborato diciotto categorie di agenti atmosferici, tradotte e inserite in tre colour wheels, una per Emily, una per Anne, una per Charlotte. Da queste meravigliose ruote di colore è emerso che ogni sorella poteva essere identificata con un agente atmosferico, sulla base percentuale di quante volte quell’ agente veniva menzionato nel testo: Emily è il vento, Charlotte è la pioggia, Anne è il sole. Da queste associazioni, Chesney ha dato vita ad una scultura che ha pensato di posizionare nel giardino del Parsonage: un meccanismo formato da tubi di metallo, una ruota e tre campane. Un riferimento chiaro agli pseudonimi che le sorelle utilizzavano per pubblicare le loro opere, Ellis Bell, Currer Bell ed Acton Bell. Tre campane che suonano quando il vento soffia forte, quando la pioggia raggiunge un certo livello, quando il sole splende e la sua energia viene captata dal macchinario.
Ma non finisce qui, perché il progetto è ricco di spunti e richiami che legano il passato alla contemporaneità: l’artista, durante la durata annuale del progetto, ha aperto un blog che ha raccontato passo dopo passo le fasi del lavoro, postando foto di cieli dello Yorkshire con data e ora, come un moderno Constable, esperienze personali che si legavano al progetto artistico, passi dei romanzi che raccontavano un clima particolare che corrispondeva a quello di un determinato giorno del 2012.
Dunque, una sorta di diario digitale che ha permesso di capire come Chesney si sia completamente calata nei panni delle sorelle Brontë, cercando il più possibile di decifrare le loro vite tramite il loro racconto del tempo atmosferico e del tempo storico. Ma la parte del progetto che più ha permesso di confrontare il clima dell’Ottocento con quello di oggi, è stata il coinvolgimento di alcuni volontari di Haworth, Oxenhope, Ponden e Stanbury. In questo senso, l’opera dell’artista ha acquistato un valore partecipativo che ha permesso agli abitanti dello Yorkshire di essere protagonisti di un progetto strettamente legato alla configurazione climatica delle loro zone.
Chesney, infatti, ha fornito i partecipanti di un kit per “misurare” il tempo atmosferico: una graziosa scatola che conteneva un termometro digitale, una penna, una matita e cartoline da compilare giornalmente per un anno. Ogni partecipante doveva scriverci nome, luogo, data, ora, temperatura e dati climatici, ma anche emozioni e opinioni, da martedì 18 ottobre 2011 a lunedì 5 novembre 2012, per un totale di 2334 cartoline.
In tal modo, l’artista è stata in grado di confrontare e collegare i dati della stazione con quelli delle sorelle e con quelli raccolti dai partecipanti, in un filo temporale che unisce passato e presente e che si riflette in cinque lunghi grafici su carta millimetrata che mettono a confronto cinque citazioni sul tempo tratte dai romanzi. Ad esempio, la frase di Cime Tempestose, «calava prematuramente l’oscurità della notte e il cielo e le colline erano confuse in vortice di vento e di neve fittissima»1 è stata collegata ai dati climatici raccolti al Museo il 16 dicembre 2011, data in cui sono state trovate delle affinità metereologiche con il giorno letterario di Emily.
Un confronto tra date, emozioni, elementi scientifici, citazioni che l’artista ha esposto nella mostra al Parsonage che ha preso il titolo Hope’s whisper da una frase tratta da una lettera di Charlotte del 4 febbraio 1849: «Anne continues a little better: the mild weather suits her. At times – I hear the renewal of Hope’s whisper – but I dare not listen too fondly – she deceived me cruelly before […]». Charlotte, in questa lettera, parla delle cattive condizioni di salute della sorella Anne, che morirà pochi mesi dopo, ma il clima mite le fa ben sperare che Anne possa avere qualche speranza di ripresa. È proprio il “sussurro della speranza” che dà il nome alla mostra al Parsonage, per sottolineare come anche e soprattutto nella malattia le condizioni atmosferiche avevano un ruolo fondamentale per la vita delle sorelle.
A proposito di questo, Chesney ha condotto uno studio approfondito sugli scritti dell’ Ottocento che mettevano in relazione la presenza di un clima sfavorevole (umido, piovoso, nevoso) nello Yorkshire e le malattie come la tubercolosi: ha consultato il Babbage’s report, del 1850, che collega l’elevata mortalità ad Haworth alla consistente caduta di piogge negli anni Quaranta, ma anche i diari “metereologici” tenuti da Abraham Shackleton of Braithwaite che registravano i dati del tempo, giornalmente, dal 1800 al 1857.
I fratelli Brontë muoiono tutti tra il 1848 e il 1855, quindi molti studiosi hanno correlato la mortalità di questi anni anche alle condizioni climatiche talmente sfavorevoli da permettere la diffusione di malattie difficili da curare, come la tubercolosi. Per questo motivo, Chesney ha usato le copie delle pagine dei diari di Abraham Shackleton per isolare i numeri dei giorni, settimane, mesi che hanno condotto alla morte ognuna delle tre sorelle. In un secondo momento, tramite la stampa serigrafica, ha sovrapposto questa serie di date talmente tante volte da creare una confusa nuvola di inchiostro nero, fatta di numeri impossibili da leggere.
Mentre le colour wheels rappresentano la fantasia e la multicolore e multiforme immaginazione delle sorelle ancora in vita e nel pieno delle attività, le stampe scure descrivono i giorni bui che le hanno portate alla morte e alla fine della loro creatività, che comunque è rimasta incastonata nelle loro meravigliose storie che ancora leggiamo.
1Emily Brontë, Cime tempestose, Garzanti, Milano 2010, p. 13
Elena Lago