Simona Scarfogliero è l’autrice di Emily Brontë Natura e Religione, un libro che abbiamo letto di recente dedicato all’autrice di Cime Tempestose (e che abbiamo recensito qui.) Abbiamo avuto il piacere di intervistare Simona per voi lettori di The Sisters’ Room: in queste righe ci racconta della sua passione per le sorelle Brontë, e in particolare per Emily, e di come è nato il suo lavoro.
1. Quando e in quale occasione hai incontrato per la prima volta Emily Brontë? Perché hai scelto di strutturare la tua tesi di laurea e il tuo libro proprio su di lei?
Il mio incontro con Emily risale ai tempi dell’università, precisamente al III esame di lingua e letteratura inglese in cui Wuthering Heights era inserito come testo da studiare. Successivamente, una volta aver concluso gli esami, andai spedita dal mio relatore a proporgli come tematica ‘la scrittura femminile nell’età vittoriana’. Mi fu suggerito di trattare la poesia e la scelta cadde su Emily Brontë e Christina Rossetti. Senza ombra di dubbio optai per Emily: mi era già familiare e risultò essere più ‘simpatica’ della Rossetti. Prevalse inoltre la curiosità di scavare nella vita di questa ragazza che, a differenza delle sorelle, aveva sempre preferito di restare nell’ombra. A distanza di quasi 10 anni dalla laurea, lo scorso anno decisi di rispolverare la tesi ed inviarla ad alcuni editori per farne un libro. La casa editrice che poi ha pubblicato il saggio, mi rispose quasi subito mostrandosi entusiasta e a fine 2016 ecco bello e pronto Emily Brontë Natura e Religione.
2- Nella prima parte del tuo libro affronti in modo molto dettagliato il background sociale della situazione femminile nell’epoca vittoriana, in che modo a tuo parere Emily Brontë si inserisce in questo contesto?
Emily per nascita e per periodo storico si inserisce nel contesto della ‘donna vittoriana’ alla quale non era permesso quasi nulla, figuriamoci fare la scrittrice! Ed in ciò sta il suo atteggiamento sovversivo: andare contro le regole, diventare una scrittrice pur mantenendo un atteggiamento consono alle convenzioni morali dell’epoca. Se pensiamo però, ad esempio, ad una foto in bianco e nero che si dice ritragga le 3 sorelle, noteremo una Emily (in piedi) completamente lontana dai canoni vittoriani. Non parlo da un punto di vista estetico anche se le sue fattezze mascoline e il naso aquilino la facciano apparire distante dai modelli di bellezza dell’epoca, mi soffermerei più sul suo modo di vestire. Il cappello evidenzia il suo amore per la cultura gipsy, le maniche del suo abito gonfie all’altezza delle spalle e strette sul resto del braccio (note come gigot sleeves oppure leg of mutton sleeves cadute in disuso durante il regno della regina Vittoria per far posto ad un abbigliamento più contenuto) e la sua riluttanza ad indossare corsetti la fanno apparire come un’outsider. Io sostengo che ad Emily poco interessava essere una donna vittoriana. Emily voleva essere se stessa senza dover seguire il sistema imposto. Non è un caso dunque che ci abbia lasciato Wuthering Heights e i Gondal Poems come testimonianza di ciò che lei è sempre stata.
3- Avendo studiato l’autrice per il tuo libro, e certamente anche per passione, preferisci la Emily poetessa o quella romanziera? Perché?
La Emily che ho conosciuto all’inizio è ovviamente stata romanziera e non posso negare di aver avuto un debole per la novelist. È evidente che approfondendo il suo pensiero e studiandolo a 360 gradi io abbia fuso la scrittrice di romanzi e la poetessa. Non c’è distinzione tra Gondal e Wuthering Heights e separarli significherebbe non aver compreso la sua essenza. Per me c’è solo una Emily.
4- Hai mai visitato i luoghi delle sorelle Brontë o hai in programma viaggi bronteani?
I luoghi bronteani non li ho mai visitati ma sono attratta da molte foto del luogo e seguo tutto ciò che rimanda al Brontë country. Faccio parte di gruppi e circoli culturali e letterari a cui piace approfondire la letteratura inglese dell’800 con un’attenzione particolare alle sorelle Brontë. Sicuramente il prossimo anno programmerò un viaggio ad Haworth anche perché si celebrerà il bicentenario della nascita di Emily e vorrò presenziare alle attività che il Brontë Parsonage Museum ha in serbo per tutti i bronteani come me. Anzi come noi.