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La stanza di Charlotte Brontë è situata al secondo piano, a destra dello studio dei bambini. E’ una camera da letto spaziosa e ben illuminata, con un’ampia finestra ed un piccolo caminetto. La scorsa estatIMG_20160822_121120e, in occasione del bicentenario della nascita di Charlotte, alcuni degli effetti personali dell’autrice erano in mostra proprio in questa stanza: i suoi piccolissimi occhiali, alcuni dei suoi minuti vestiti e calzature, ma anche fermagli per capelli, collane, la sua scatola da cucito in legno meravigliosamente decorata, e molto altro.

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Si fa riferimento a questa stanza come alla “stanza di Charlotte” ma è stata in realtà,  in momenti diversi, la camera da letto di tutte le donne della famiglia Brontë. Inizialmente, quando la famiglia si trasferì ad Haworth nel 1820, era la stanza matrimoniale di Maria e Patrick, ed è proprio qui che Maria Branwell morì soltanto un anno dopo, all’età di trentotto anni. Quando poi sua sorella, Elizabeth Branwell, andò a vivere al Parsonage per aiutare Patrick a crescere i suoi quattro nipoti, divenne la camera da letto di zia Branwell e della piccola Anne. Dopo la morte di zia Branwell e una volta rientrata definitivamente da Bruxelles, sarà Charlotte a prendere possesso della stanza condividendola a turno con una delle sorelle. Infine, quando Charlotte sposò Arthur Bell Nicholls, questa divenne la loro stanza da letto.

Proprio oggi e in questa camera, Charlotte Brontë morì nel 1855. La causa della sua morte venne certificata come tubercolosi. Sembra inoltre che al tempo della malattia Charlotte fosse incinta, e che i sintomi della gravidanza la facessero sentire ancora più debole. Il Reverendo Nicholls le rimase accanto teneramente durante tutta la malattia, senza mai lasciarla sola. La stessa Charlotte scrisse ad Ellen Nussey: ” Ti voglio rassicurare, e so che ti sarà di conforto, dicendoti che ricevo da mio marito le più amorevoli cure e il più premuroso sostegno, il migliore conforto possibile che una donna possa avere in terra. La sua pazienza non si esaurisce mai nonostante venga messa alla prova da giorni tristi e notti di grande sofferenza.”

Selene