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E’ in uscita per questo mese di dicembre da parte della Casa editrice Ripostes il volume ‘I Componimenti di Bruxelles’ in cui presento tradotti in italiano i quasi del tutto sconosciuti componimenti in lingua francese di Charlotte ed Emily Brontë, scritti durante il soggiorno di studio che vide ambedue le scrittrici inglesi a Bruxelles in qualità di allieve nel 1842 presso il pensionato Héger. Avevo già tradotto e pubblicato nel 2002 i soli componimenti di Emily ma ad oggi con la presente pubblicazione reputo importante completare quello che allora fu un mio pionieristico lavoro. Ho infatti aggiunto i numerosi componimenti sconosciuti di Charlotte che, a differenza della sorella minore, si trattenne in Belgio ancora per tutto il 1843 diventando in quell’anno insegnante d’inglese pur continuando ad essere allieva del professor Héger e redigendo per lui nuovi componimenti.

I ‘dévoirs’, in totale ventinove di cui venti scritti da Charlotte e nove da Emily, tutti preceduti da una introduzione esplicativa, sono stati da me curati seguendo per quanto riguarda quelli di Charlotte il testo critico della studiosa americana Sue Lonoff che per prima li ha editati in lingua inglese. In essi vengono trattate tematiche di vario genere ispirate alla storia inglese, alla Bibbia, alla storia greca antica. Riporto in anteprima un passo tratto dal componimento di Charlotte intitolato ‘Il bruco’:

..Consideriamo la vita dell’uomo. Si reputa intelligente, si illude di essere nobile. Si vanta dei risultati della propria perseveranza, della sua facoltà creativa, di invenzioni e scoperte. Ma se potesse misurare le cose che sa contrapponendole a quelle di cui è ignorante, se potesse paragonare ciò che per lui è possibile con quanto gli è assolutamente impossibile, solo allora scoprirebbe che vantarsi delle invenzioni e delle proprie conoscenze è (secondo un uomo notevole per talento e umiltà) come se un bambino che ha raccolto conchiglie ai bordi dell’oceano pensasse di essersi impossessato di tutti i suoi tesori. Ma se l’uomo non è grande, è buono; c’è fede e misericordia sulla terra. Si, ogni uomo ha i suoi momenti di bontà ma la sua vita giornaliera è quella di un bruco. Qui sotto egli striscia, le preoccupazioni del mondo lo opprimono. Le esigenze del corpo ne disturbano le aspirazioni dell’animo. La vita di un uomo virtuoso non è che una lotta continua della natura contro la religione.

L’auspicio è che per noi italiani questo nuovo e completo lavoro contribuisca ad aggiungere nel nostro Paese ulteriori conoscenze riguardanti le due sorprendenti autrici inglesi da sempre oggetto del mio studio.

                                                                                                                                            Maddalena De Leo